Gli autori - scienziati e filosofi - che attualmente si interessano al problema della coscienza e degli stati mentali sono moltissimi, ed estremamente variegata è la gamma delle loro posizioni. Ci limitiamo ad indicarne alcune tra le più significative nell'ambito dell'attuale dibattito. DAVID CHALMERS Filosofo australiano, famoso soprattutto per aver messo a fuoco il principale problema dellacoscienza - il problema difficile -, come egli lo definisce, consistente nello stabilire la natura del rapporto tra i processi nervosi e l'esperienza soggettiva. PAUL CHURCHLAND Uno dei principali sostenitori del cosiddetto "materialismo eliminativo", secondo cui i contenuti e gli stati mentali sono completamente riducibili alla sfera dei fenomeni fisici. Churchland rifiuta il modello computazionale della mente, caratterizzato da un funzionamento seriale, proponendo invece un paradigma basato sul connessionismo (vedi reti neurali), che rappresenta più adeguatamente il modo di operare del cervello (esecuzione di più compiti in parallelo). ANTONIO DAMASIO Neuroscienziato portoghese che critica la razionalità attribuita alle nostre scelte. Partendo dall'osservazione di casi clinici, egli propone un modello secondo il quale le emozioni e isentimenti costituiscono una sorta di percorso abbreviato in molti dei processi decisionali dell'uomo. DANIEL DENNETT Accanito sostenitore dell'analogia funzionale tra cervello e computer, tende a sminuire l'importanza dei contenuti soggettivi - i cosiddetti qualia - , ponendo invece l'accento sugli effettivi processi che si svolgono nel cervello. JOHN ECCLES Rappresentante moderno del dualismo mente-corpo, rivisitato alla luce della meccanica quantistica. GERALD EDELMAN Principale rappresentante del cosiddetto darwinismo neurale, concezione secondo la quale il cervello si svilupperebbe in seguito all'interazione dell'organismo con l'ambiente, attraverso un meccanismo che ricorda molto da vicino la selezione darwiniana. JERRY FODOR Si oppone all'analogia tra mente e computer, proponendo un modello modulare della mente, secondo il quale la mente sarebbe formata da moduli che agiscono in modo sostanzialmente autonomo, senza essere influenzati dallo stato generale del sistema. MARVIN MINSKY Considerato uno dei padri dell'intelligenza artificiale, propone un modello di mente costituito da un gran numero di "agenti" specializzati che cooperano tra loro. THOMAS NAGEL Filosofo conosciuto soprattutto per il suo saggio "Che cosa si prova ad essere un pipistrello?" (1), nel quale egli critica le pretese riduzionistiche di ricondurre gli stati mentali ai processi oggettivamente rilevabili all'interno del cervello. ROGER PENROSE Partendo dall'osservazione che alcune operazioni compiute dalla mente umana non sono riconducibili alla computazione, nega ogni possibilità di riprodurre le capacità mentali tramite un elaboratore elettronico. Egli ipotizza la possibilità di spiegare i fenomeni coscienti all'interno di una teoria che unifichi la relatività con la meccanica quantistica. HILARY PUTNAM Da una iniziale adesione al funzionalismo, ne ha preso successivamente le distanze, arrivando a riconoscere una dimensione autonoma agli stati mentali. RICHARD RORTY Filosofo proveniente dall'area analitica (vedi filosofia analitica), critica la nozione diirriducibilità della coscienza, sostenendo che lo stesso concetto di "mente" è destinato a scomparire col progredire della conoscenza dei concreti processi cerebrali. JOHN SEARLE Critica decisamente il modello computazionale della mente umana, mettendo in rilievo la differenza sostanziale esistente tra l'esecuzione meccanica di operazioni sulla base di un programma (computer) e la comprensione autentica di ciò che si sta facendo (mente umana). |
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