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La mente può trovarsi in stati diversi , il sonno ,il sogno, la trance,l'ipnosi,l'attenzione fluttuante,
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Stati della mente pubblica lavori originali o già pubblicati con il consenso degli autori, interviste e recensioni di libri e promuove eventi culturali e scientifici.

INTERVISTA ALLA DR.STELLA MORGESE , GINECOLOGA ,SESSUOLOGA , ESPERTA IN ADOLESCENZA.












Il 20 novembre di ogni anno viene celebrata la Giornata Internazionale sui diritti del fanciullo, approvata dall’ONU il 20 novembre 1989 a New York e ratificata dall’Italia con legge 176/1991.

In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza 2013, STATI DELLA MENTE ospita un’intervista  alla dr.ssa Stella Morgese Medico ginecologa e sessuologa collaboratrice del Blog
e un suo nuovo articolo sull’Adolescenza.


Intervista a cura di Guglielmo Campione,
Editor di STATI DELLA MENTE .

Ci racconta le sue origini ?

Sono nata sotto un raggio policromo all'alba dei giorni del solleone nella adorata Terra di Federico, la mia terra la Puglia, a Terlizzi.
Ho sempre avuto una  volontà incessante di cercare, di ricercare, di seguire tutto ciò che attrae la mia attenzione. Sono curiosa ed inquieta, neanche i giorni più bui del disincanto sono mai riusciti a spegnere quel raggio guida che mi ha portata fuori dagli schemi, verso l'appuntamento più importante: il gusto di essere me stessa.

Come ha scelto di diventare medico e ginecologa ?

Il pericoloso desiderio di andare all'origine si incarnò molto tempo fa in un uomo dall'accento partenopeo su cui i miei occhi sgranati di bambina alzarono lo sguardo. Quell'uomo studiava le donne nella cui pelvi vi è l'origine: il mio chiodo fisso. Folgorazione lungo la strada ancora acerba  e poi sofferta, mi spinse a preparare il cammino del metodo prima col liceo scientifico frequentato a Ruvo e poi con gli studi di medicina condotti all’università di Bari.
Ottenni la laurea col massimo dei voti, ma non era affatto sufficiente. Non bastava a dare risposte, non quelle attese. La specializzazione in ostetricia e ginecologia dette risposte più vicine all’origine, ma dure già durante l'attesa per potervi accedere: un mondo di rango dal sangue blu ed il mio era solo rosso di passione. L'unica spinta forte era la mia tenacia che mi portò comunque alla pergamena con lode.  Non bastava ancora: per due anni frequentai l'università di Teramo per un master in biotecnologie della riproduzione umana nel micro mondo dei magici gameti e poi ancora due anni di nuovo all'università di Bari per il master di sessuologia presso l'istituto di psichiatria nel mondo emozionale dell'incontro tra gameti. Due lodi incorniciate da arabeschi vegetali sulla parete alle spalle della mia scrivania.
Entrare con gli ultrasuoni nel silenzio madreperlaceo dell'amnios, nella bolla del liquido cosmico: l'ho fatto in punta di piedi con ore ed ore di osservazione di pelvi gravide di cuccioli della specie umana e corsi di perfezionamento su e giù per l'Italia. Mi soffermo già da qualche anno, per due volte all’anno, sulle dolci colline toscane dove, in una delle più antiche università italiane, a Firenze, frequento corsi di perfezionamento in ginecologia dell’ infanzia e della adolescenza, proprio l’incipit della storia di una donna, ecco: l’origine ancora una volta. Una origine misconosciuta direi, trascurata, molto sottovalutata per il percorso di benessere psico-fisico olistico, così come sarebbe auspicabile che fosse per chiunque. Non è  facile andare a cercare l’essenza che abita ogni singola persona. Ancora un po’ più difficile è trovare la ‘femmina’ custodita o sepolta in ogni singola donna. Quella femminilità è stata una bambina e poi una adolescente ed il suo percorso non è in pezzi né anatomici né cronologici ma un dialogo continuo al ritmo di un tamburello genetico che scandisce i tempi  nella danza della vita, eterna in se stessa, così come io la vedo nel mondo sensibile. Quel dialogo intestino di alchimie ormonali da sempre m’incanta e mi seduce, così via via son salita dalla pelvi  su su fino al cervello, approdando a letture di neuroscienze e psicanalisi,  prima in autonomia e poi in  studi strutturati di  un percorso formale che mi auguro di poter condurre fino al termine. Studiare mi piace tantissimo ed è l'attività più libera che vi possa essere, non ha frontiere. 
Quel pericoloso desiderio di andare verso l’origine mi ha guidata lungo una via tortuosa, a tratti impervia e faticosa, persino incomprensibile, e che mi si è chiarita strada facendo.

 Quali sono secondo Lei gli aspetti topici della sua professione ?

 Ci sono almeno due aspetti che credo possano tratteggiare il temperamento di molti medici: la tenacia, e ne serve parecchia per molti versi, ed un sentimento salvifico nella lotta al dolore, fisico o psichico che sia. Mi riconosco.
 Il dolore è ciò che mi spaventa di più e non la morte.
 La morte la considero un evento al pari della nascita. Entrambe ricche di mistero e trascendenza. Ho visto il dolore, vero, lavorando in pronto soccorso per tre anni circa. Una esperienza che non dimenticherò mai. C’è una notte di guardia incancellabile che appartiene a quel periodo e che porto con me come bagaglio umano. Il dolore da parto è il dolore che può rendere una donna fiera di averlo provato, la rende madre. E’ il dolore a lieto fine della gravidanza che in se non è una malattia.  Questa è la parte del mio lavoro che nutre.
C’è una parte del mio lavoro che stride e duole: tempi e modi coniugati al maschile molto lontani dai miei verbi coniugati tutti al femminile, e non smetterò mai di coniugarli perchè sono gli unici tempi e modi che mi permettono di essere me stessa: una persona, una donna, una madre, un medico col camice rosa al di là  di visti e notifiche e numeri di protocollo e permessi ed autorizzazioni per esserlo.


 Come nasce il suo interesse per l’Adolescenza ?

Credo che l’incipit, l’origine di una storia può fare di un libro, la nostra esistenza, un capolavoro. E’ per questo che oggi vorrei poter dare un piccolo contributo in ambito preventivo proprio alla adolescenza, ai ragazzi, incipit della storia riproduttiva e sessuale che tanto peso ha nella narrazione dell’intero libro, la vita intera della persona nel suo insieme. Intervenire prima, all’origine, significa far in modo che quella persona non diventi ‘paziente’, sostantivo già intriso del concetto di malattia.
Vorrei essere loro accanto con qualche piccola competenza in più rispetto ad una madre quale io stessa sono e  grazie ad una professione meravigliosa che ha aiutato me stessa a conoscermi ed a riconoscermi, a pormi domande provando a dare risposte, tirando fuori sensibilità proprio nella dimensione a me più congeniale. Una gran bella esperienza in questa direzione l’ho condotta tre anni fa con servizio di volontariato per un progetto partito dall’università di Padova e poi esteso su tutto il territorio nazionale da una ONLUS internazionale. Ho incontrato circa quattromila ragazzi ed è stato uno scambio culturale esaltante. 

Non mi sento rappresentata da un curriculum convenzionale. Uscire dagli schemi lavorativi classici del mio lavoro ha significato riconciliarmi con me stessa, col ritmo biologico della mia appartenenza di genere. Ciò è stato conquista nel mio curriculum personale. Sto inseguendo risposte più che la carriera, mi appassiono alle molecole più che al prestigio ed ai riconoscimenti, che hanno un grande valore, senza dubbio, e la mia generazione di medici ne ha avuti pochissimi. Essi richiedono  grossi sacrifici sul piano della vita privata, e nella organizzazione sociale attuale le donne son costrette a scegliere, perchè il prezzo da pagare non venga spalmato sui propri cari. Un velo di rammarico su ciò che gli americani definiscono work-life-balance vissuto sulla pelle. Ma si diluisce immediatamente nelle acque colorate di tempere e pastelli con cui mi diverto a scarabocchiare il bianco.

Cosa le piace ?

Mi piace l’immagine nel click che colpisce le mie retine. Mi piace fotografare il tanto piccolo: insetti, granelli di sabbia o minuscole conchiglie, il muschio sulla pietra, la rugiada sulle spine; oppure il tanto grande: le cattedrali, i fulmini, il cielo e le albe, e vorrei poter raggiungere l’alba boreale. Mi piacciono i chiaro-scuri, gli scatti in movimento dei tessuti leggeri in una gonna.
 Mi piace tutto ciò che l’uomo sa produrre nell’arte. Mi piacciono le forme sinuose e morbide come il senso della femminilità, mi piace il ritmo come il battito del cuore, il tamburello, la frenesia della frequenza cardiaca fetale, esito acustico del prodotto del concepimento in un giro di Pizzica. Mi piacciono i boschi, l’alba sul mare, la luce delle stelle.
Adoro. Adoro i profumi fioriti intensi, le note penetranti di bulbose e rose, delle spezie che mi piacerebbe riportare a casa di ritorno da lunghi viaggi intercontinentali ancora chiusi nel cassetto. Coltivo bulbi da me stessa dai fiori coloratissimi, ma i fiori bianchi sono i miei preferiti.
Odio. Odio, si, odio le menzogne e di converso amo, si, amo la verità, una.
Amo il mondo degli animali. Considero il mio cane parte della famiglia.
Invidio le persone calme e tranquille. La scrittura mi rende come loro. Scrivo, per me stessa.
Evito gli indifferenti.
Poco diplomatica per alcuni, non ipocrita per altri, vera per pochi.

Rimango incantata a guardare le candele accese, la translucenza delle cera calda , la fiamma che si allunga ed ascende. E’ interiore.

Ha una sua citazione preferita ?

Si. La mia citazione preferita: "Essere se stessi significa essere esiliati da molti altri,compiacere le altrui richieste ci esilia da noi stessi. La scelta è tutta qui e non permette compromessi".
Il pericoloso gusto di essere me stessa, di andare verso l’origine, la mia.

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