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Quando l'insegnante picchia un disabile di Guglielmo Campione .






Barbiano e Barbarano : solo due vocali e una consonante a diversificare due nomi di paesi della provincia italiana che paiono quasi identici.
Una differenza abissale , invece, nel loro significato sociale , pedagogico e psicopatologico.
A Barbiana in provincia di Firenze Don Milani fondò una Scuola di grande significato simbolico e sociale ispirata da un principio sintetizzato nel motto I care, in inglese "mi sta a cuore". Barbiana  fu un atto d'accusa nei confronti della scuola tradizionale, definita "un ospedale che cura i sani e respinge i malati", in quanto non si impegnava a recuperare e aiutare i ragazzi in difficoltà, mentre valorizzava quelli che già avevano un retroterra familiare positivo, esemplificando questo genere di allievi con il personaggio di "Pierino del dottore" (cioè Pierino, figlio del dottore, che sa già leggere quando arriva alle elementari).
A Barbarano ,in provincia di Vicenza, invece  i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato e  trasportate in carcere a Verona, una professoressa di sostegno Mariapia Piron, insegnante e un'operatrice socio assistenziale Oriana Montesin per maltrattamenti nei confronti di un ragazzo autistico di quattordici anni . Denunciata anche una bidella
Nella scuola media, da alcune settimane, erano state piazzate telecamere e microfoni, posizionati anche sul corpo del ragazzo, con il benestare della famiglia. Con questi strumenti gli investigatori hanno registrato numerosi episodi di violenza fisica e verbale, messi in atto  senza alcuna ragione e logica .Si parla di sistematicita delle violenze fino a 15 episodi al giorno , scene definite «insopportabili» dagli investigatori che hanno sequestrato alcuni oggetti delle presunte sevizie: una bacchetta di legno, un righello, una forbice. In una registrazione si vede la bidella che si è avvicinata alla vittima e, come facevano le due insegnanti, lo ha picchiato senza motivo.
L’adolescente, per il suo stato di disabilità, non è stato in grado di raccontare ciò che subiva, ma ne porta e porterà chi sa per quanto tempo i segni .
Il padre del ragazzo racconta che quando lo portava a scuola lui mostrava paura nei confronti di quella insegnante, si pietrificava»: fin da ottobre il ragazzo ha cominciato a manifestare sofferenza, poi a presentare dei segni, dei lividi sulle orecchie. Il padre si reca  dal pediatra prima e poi in pronto soccorso. Alla fine chiede aiuto ai carabinieri, dopo essere stato anche a scuola a chiedere spiegazioni ricevendo stizzosi dinieghi dalle insegnanti e dal dirigente scolastico .
Il Giudice ha dichiarato che non si comprende  il motivo di tanto accanimento  nè se vi sia stato un episodio di innesco della violenza».
L’insegnate di sostegno pare si sia  resa conto di aver travalicato, ma dice di essere stata esasperata da quel ragazzo.
Questo gravissimo episodio mette in luce l’esistenza nella classe docente di forme di sofferenza psicopatologica , già descritte e analizzate nel 2005, insieme a Vittorio Lodolo Doria  , il sottoscritto, la prof.Anna di Gennaro, e i colleghi Iossa e Tripeni, nel libro “Scuola di Follia” Armando Editore .
Da un punto di vista epidemiologico psichiatrico nulla di strano purtroppo: la sofferenza psicopatologica è ubiquitaria nella popolazione generale con diverse incidenze a secondo della fascia sociale  economica e culturale e quindi è possibile che anche un insegnante soffra di disturbi psicopatologici ,ma certamente ciò che preoccupa sono le conseguenze collettive di questi disturbi in un età in cui i ragazzi sono piu indifesi e non in grado di elaborare traumi con strumenti mentali adeguati( per quanto possano esserci adeguati mezzi per rendere ragione di atti violenti irrazionali !).
La capacita di attribuire ad un comportamento altrui, come ci ha insegnato Fonagy, un emozione, un pensiero, una motivazione psicologica ( lei si comporta cosi perché è delusa, perché è arrabbiata, è arrabbiata perché è delusa, ecc) è una conquista evolutiva resa possibile da un buon rapporto con genitori e insegnanti, sufficientemente sani e non certo una funzione mentale presente in tutte le persone e in tutte le età.
Una delle conseguenze delle percosse fisiche ad un bambino o ad un ragazzo di quattordici anni ,libero da disturbi psicopatologici,  è che ,non disponendo di queste capacità , possa sviluppare dissociazione della personalità e /o attribuire a sé la colpa : se mi picchia vuol dire che ho fatto qualcosa di sbagliato anche se non so cosa.
In un ragazzo autistico,il cui stato dissociativo è la regola e  le cui marcate difficoltà relazionali con l’altro rappresentano l’essenza del disturbo , è inimmaginabile quali , quante e quanto durature  possano essere le conseguenze in termini di gravi peggioramenti del comportamento socio relazionale.
Il ragazzo subiva percosse illogiche e , chiuso nella sua “bolla autistica”, non poteva dirlo ai genitori . Come abbiamo visto il padre racconta che quando lo portava a scuola il ragazzo si “pietrificava”. Con il linguaggio del corpo comunicava il suo terrore , contraendo e irrigidendo la sua corazza muscolare erta a difesa estrema ma, ahinoi, insufficiente della sua dignità, del suo corpo e della sua mente .
Mi chiedo quali possano essere state le conseguenza sulla classe ? Di questo nessuno parla .Cosa penseranno i compagni di queste violenze ? che un disabile le merita facendo spazientire gli adulti ? che gli adulti sono pazzi e e violenti soprattutto quando detengono un potere ? che detenere un potere autorizza a schiacciare gli altri ?  o che altro ?
I genitori sempre devono prestare attenzione ,oltre che alle parole , al linguaggio non verbale dei ragazzi perché dove non ci sono parole per esprimere la vergogna  e il dolore lì c’è il corpo a parlare , con il ripiegamento , la testa bassa, il mutismo,gli incubi ,l’insonnia , l’assenza di appetito, l’abulia, la tristezza stabile,la regressione a comportamenti piu infantili, la perdita di controllo sfinterico.
Ma cosa puo essere successo a queste tre donne,due insegnanti e una bidella ?
Quello che colpisce in questo e altri episodi è il comportamento psicopatologico di gruppo . Cosa ha accomunato queste tre donne nella violenza ripetuta , cosa le ha coalizzate ? Come puo essere possibile per una donna che dona la vita , accudisce, comprende , conforta i propri figli, picchiare un ragazzo ?
L’impotenza a farsi capire , a comunicare ? la scarsa responsività del ragazzo ha messo duramente alla prova la loro scarsa autostima professionale e personale ? ritengo di si .
E’difficile , qui  ,non avendo visionato i video dell’inchiesta e non conoscendo il profilo psicologico delle imputate , compito dei consulenti psichiatri del giudice e degli avvocati della difesa, ipotizzare l’esistenza di pur possibili perverse dinamiche psicopatologiche fra le imputate che paiono essersi coperte e rinforzate una con l’altra .
Mi chiedo quali fantasmi psichici inconsci individuali ha evocato la relazione con questo ragazzo se l’insegnante di sostegno parlava di esasperazione ? Gli abbandoni formano persone che spesso abbandoneranno a loro volta, la violenza subita forma persone che saranno violente a loro volta. Il Trauma non elaborato conduce ad una ripetizione coatta dello stesso dolore subito ma inflitto ad altri, questa volta . Queste donne insegnanti sono state oggetto di traumi a loro volta ? O, come diceva Hanna Arendt , analizzando le motivazioni del nazismo, sono state mosse solo dalla " banalità del male " ?
La relazione e la comunicazione con le persone autistiche è difficile per antonomasia e richiede conoscenza e formazione adeguata di cui le persone accusate non disponevano .
Quel che è grave è che l’insegnante di sostegno ( il termine assume alla luce di questi eventi un significato quanto meno sarcastico e pradossale), cui è fin troppo ampiamente delegata da molti insegnanti titolari l’intera gestione dell’alunno disabile ,( fino a  configurarsi molto spesso come un vero e proprio scarica barile che ricrea le vecchie e apparentemente chiuse scuole differenziali dentro la scuola ordinaria), non aveva né conoscenza adeguata sul disturbo autistico né alcuno strumento di auto osservazione e consapevolezza di sé.
Capacita di autoosservazione e consapevolezza di sè che, nel terzo millennio, sono da considerarsi, a mio parere, strumenti curricolari fondamentali e obbligatori per qualsiasi insegnante e addetto ad help professions.
Certi episodi fanno pensare alla fenomenologia del raptus ripetuto : in questi casi il controllo corticale degli impulsi sede della tappa finale dell’evoluzione filogenetica viene sequestrato dal cervello rettile , violento e reattivo rappresentato dal circuito dell’amigdala. Ne deriva un comportamento violento impulsivo in cui non c’è pensiero e consapevolezza ma solo agito, quasi l’evacuazione di un impulso fisico, seguito talvolta persino da amnesia del fatto accaduto.
Ho tenuto seminari di formazione per presidi e insegnanti molte volte sui temi dell’esaurimento emotivo e motivazionale alla professione docente ed in tema di intelligenza emotiva : sono stati seminari affollatissimi all’inverosimile. L’interesse da parte degli insegnanti è alto.
Ma dall’altra parte , diversamente da altri paesi europei come la Francia dove periodicamente la salute degli insegnanti viene monitorata, in italia nonostante il ministero sia stato stimolato e informato su questo fenomeni, poco è stato fatto sia per prevenire , sia per formare adeguatamente.
Molto si puo e si deve fare e molto fanno da anni , per esempio Anna di Gennaro e Vittorio Lodolo Doria sul burn out degli insegnanti con seminari di formazione, saggi, counseling on line  e tante altre attività.
Per quel che mi riguarda ho ideato e organizzato un master sull’intervento clinico pedagogico multidisciplinare per la persona con disabilità che intende colmare questa grave lacuna . Il master è pensato e organizzato dall’istituto italiano di psicoanalisi di gruppo di cui sono docente in partnership con la cattedra di Pedagogia speciale del Prof Nicola Cuomo del Dipartimento di scienze dell’educazione dell’universita di Bologna  . Gli iscritti al master quest’anno son stati tutti insegnanti a dimostrazione del bisogno formativo riconosciuto.
Temple Grandin, famosa persona autistica americana e docente di zoologia in università americane(gli autistici e i disabili non sono infatti come la maggior parte delle persone credono, alcuni insegnanti compresi, dei deficienti ma persone che hanno diverse forme di intelligenza dalla nostra che richiede d’essere conosciuta e annessa all’umana varietà ) ha scritto un libro dal titolo”La macchina degli abbracci” che invito tutti  a leggere.
In questo libro spiega che quando andava in crisi dissociativa e di terrore senza nome , si rifugiava in un luogo stretto che fungesse da abbraccio e la contenesse fisicamente e questo la aiutava a calmarsi : probabilmente il terrore periodico cui andava incontro era quello psicotico della perdita dei confini, quasi un perdere la pelle che ci separa dal mondo e impedisce ad esso di invaderci nullificandoci.
Invece di abbracci il ragazzo di Barabiano ha ricevuto percosse che rappresentano il simbolo piu perverso e al contempo impotente del comportamento umano invadente , simbolo di guerra e morte.
 I danni di questo comportamento sono  incalcolabili .
Ma poiché nelle varie circostanze della vita dinanzi ad una frustrazione personale e professionale isolata o ripetuta tutti possiamo essere violenti  o subire violenza dobbiamo imparare  ad esserne maggiormente consapevoli e imparare a comprendere quanto questi comportamenti possono essere sempre devastanti..
Per la psicoanalisi è infatti fondamentale riconoscere anche gli aspetti negativi di sè per poterli gestire bene e non solo attribuirli agli altri come male esterno ed estraneo a noi .
Questa è anche la base psichica su cui è possibile ottenere la pace fra gli individui prima e i popoli dopo. 

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