Barbiano e Barbarano : solo due vocali e una
consonante a diversificare due nomi di paesi della provincia italiana che
paiono quasi identici.
Una differenza abissale , invece, nel loro
significato sociale , pedagogico e psicopatologico.
A Barbiana in provincia di Firenze Don Milani
fondò una Scuola di grande significato simbolico e sociale ispirata da un
principio sintetizzato nel motto I care,
in inglese "mi sta a cuore". Barbiana
fu un atto d'accusa nei confronti della scuola tradizionale, definita
"un ospedale che cura i sani e
respinge i malati", in quanto non si impegnava a recuperare e aiutare
i ragazzi in difficoltà, mentre valorizzava quelli che già avevano un
retroterra familiare positivo, esemplificando questo genere di allievi con il
personaggio di "Pierino del dottore" (cioè Pierino, figlio del
dottore, che sa già leggere quando arriva alle elementari).
A Barbarano ,in provincia di Vicenza,
invece i carabinieri hanno arrestato in
flagranza di reato e trasportate in carcere
a Verona, una professoressa di sostegno Mariapia Piron, insegnante e
un'operatrice socio assistenziale Oriana Montesin per maltrattamenti nei
confronti di un ragazzo autistico di quattordici anni . Denunciata anche una
bidella
Nella scuola media, da alcune settimane, erano
state piazzate telecamere e microfoni, posizionati anche sul corpo del ragazzo,
con il benestare della famiglia. Con questi strumenti gli investigatori hanno
registrato numerosi episodi di violenza fisica e verbale, messi in atto senza alcuna ragione e logica .Si parla di
sistematicita delle violenze fino a 15 episodi al giorno , scene definite
«insopportabili» dagli investigatori che hanno sequestrato alcuni oggetti delle
presunte sevizie: una bacchetta di legno, un righello, una forbice. In una
registrazione si vede la bidella che si è avvicinata alla vittima e, come
facevano le due insegnanti, lo ha picchiato senza motivo.
L’adolescente, per il suo stato di disabilità,
non è stato in grado di raccontare ciò che subiva, ma ne porta e porterà chi sa
per quanto tempo i segni .
Il padre del ragazzo racconta che quando lo
portava a scuola lui mostrava paura nei confronti di quella insegnante, si
pietrificava»: fin da ottobre il ragazzo ha cominciato a manifestare
sofferenza, poi a presentare dei segni, dei lividi sulle orecchie. Il padre si
reca dal pediatra prima e poi in pronto
soccorso. Alla fine chiede aiuto ai carabinieri, dopo essere stato anche a
scuola a chiedere spiegazioni ricevendo stizzosi dinieghi dalle insegnanti e
dal dirigente scolastico .
Il Giudice ha dichiarato che non si
comprende il motivo di tanto
accanimento nè se vi sia stato un
episodio di innesco della violenza».
L’insegnate di sostegno pare si sia resa conto di aver travalicato, ma dice di
essere stata esasperata da quel ragazzo.
Questo gravissimo episodio mette in luce
l’esistenza nella classe docente di forme di sofferenza psicopatologica , già
descritte e analizzate nel 2005, insieme a Vittorio Lodolo Doria , il sottoscritto, la prof.Anna di Gennaro, e
i colleghi Iossa e Tripeni, nel libro “Scuola di Follia” Armando Editore .
Da un punto di vista epidemiologico psichiatrico
nulla di strano purtroppo: la sofferenza psicopatologica è ubiquitaria nella
popolazione generale con diverse incidenze a secondo della fascia sociale economica e culturale e quindi è possibile
che anche un insegnante soffra di disturbi psicopatologici ,ma certamente ciò
che preoccupa sono le conseguenze collettive di questi disturbi in un età in cui
i ragazzi sono piu indifesi e non in grado di elaborare traumi con strumenti
mentali adeguati( per quanto possano esserci adeguati mezzi per rendere ragione
di atti violenti irrazionali !).
La capacita di attribuire ad un comportamento
altrui, come ci ha insegnato Fonagy, un emozione, un pensiero, una motivazione
psicologica ( lei si comporta cosi perché è delusa, perché è arrabbiata, è
arrabbiata perché è delusa, ecc) è una conquista evolutiva resa possibile da un
buon rapporto con genitori e insegnanti, sufficientemente sani e non certo una
funzione mentale presente in tutte le persone e in tutte le età.
Una delle conseguenze delle percosse fisiche ad
un bambino o ad un ragazzo di quattordici anni ,libero da disturbi
psicopatologici, è che ,non disponendo
di queste capacità , possa sviluppare dissociazione della personalità e /o
attribuire a sé la colpa : se mi picchia vuol dire che ho fatto qualcosa di
sbagliato anche se non so cosa.
In un ragazzo autistico,il cui stato
dissociativo è la regola e le cui
marcate difficoltà relazionali con l’altro rappresentano l’essenza del disturbo
, è inimmaginabile quali , quante e quanto durature possano essere le conseguenze in termini di
gravi peggioramenti del comportamento socio relazionale.
Il ragazzo subiva percosse illogiche e , chiuso
nella sua “bolla autistica”, non poteva dirlo ai genitori . Come abbiamo visto
il padre racconta che quando lo portava a scuola il ragazzo si “pietrificava”.
Con il linguaggio del corpo comunicava il suo terrore , contraendo e
irrigidendo la sua corazza muscolare erta a difesa estrema ma, ahinoi,
insufficiente della sua dignità, del suo corpo e della sua mente .
Mi chiedo quali possano essere state le
conseguenza sulla classe ? Di questo nessuno parla .Cosa penseranno i compagni
di queste violenze ? che un disabile le merita facendo spazientire gli adulti ?
che gli adulti sono pazzi e e violenti soprattutto quando detengono un potere ?
che detenere un potere autorizza a schiacciare gli altri ? o che altro ?
I genitori sempre devono prestare attenzione
,oltre che alle parole , al linguaggio non verbale dei ragazzi perché dove non
ci sono parole per esprimere la vergogna
e il dolore lì c’è il corpo a parlare , con il ripiegamento , la testa
bassa, il mutismo,gli incubi ,l’insonnia , l’assenza di appetito, l’abulia, la
tristezza stabile,la regressione a comportamenti piu infantili, la perdita di
controllo sfinterico.
Ma cosa puo essere successo a queste tre
donne,due insegnanti e una bidella ?
Quello che colpisce in questo e altri episodi è
il comportamento psicopatologico di gruppo . Cosa ha accomunato queste tre
donne nella violenza ripetuta , cosa le ha coalizzate ? Come puo essere
possibile per una donna che dona la vita , accudisce, comprende , conforta i
propri figli, picchiare un ragazzo ?
L’impotenza a farsi capire , a comunicare ? la
scarsa responsività del ragazzo ha messo duramente alla prova la loro scarsa
autostima professionale e personale ? ritengo di si .
E’difficile , qui ,non avendo visionato i video dell’inchiesta
e non conoscendo il profilo psicologico delle imputate , compito dei consulenti
psichiatri del giudice e degli avvocati della difesa, ipotizzare l’esistenza di
pur possibili perverse dinamiche psicopatologiche fra le imputate che paiono
essersi coperte e rinforzate una con l’altra .
Mi chiedo quali fantasmi psichici inconsci
individuali ha evocato la relazione con questo ragazzo se l’insegnante di
sostegno parlava di esasperazione ? Gli abbandoni formano persone che spesso
abbandoneranno a loro volta, la violenza subita forma persone che saranno
violente a loro volta. Il Trauma non elaborato conduce ad una ripetizione
coatta dello stesso dolore subito ma inflitto ad altri, questa volta . Queste
donne insegnanti sono state oggetto di traumi a loro volta ? O, come diceva
Hanna Arendt , analizzando le motivazioni del nazismo, sono state mosse solo
dalla " banalità del male " ?
La relazione e la comunicazione con le persone
autistiche è difficile per antonomasia e richiede conoscenza e formazione
adeguata di cui le persone accusate non disponevano .
Quel che è grave è che l’insegnante di sostegno
( il termine assume alla luce di questi eventi un significato quanto meno
sarcastico e pradossale), cui è fin troppo ampiamente delegata da molti
insegnanti titolari l’intera gestione dell’alunno disabile ,( fino a configurarsi molto spesso come un vero e
proprio scarica barile che ricrea le vecchie e apparentemente chiuse scuole
differenziali dentro la scuola ordinaria), non aveva né conoscenza adeguata sul
disturbo autistico né alcuno strumento di auto osservazione e consapevolezza di
sé.
Capacita di autoosservazione e consapevolezza di
sè che, nel terzo millennio, sono da considerarsi, a mio parere, strumenti
curricolari fondamentali e obbligatori per qualsiasi insegnante e addetto ad
help professions.
Certi episodi fanno pensare alla fenomenologia
del raptus ripetuto : in questi casi il controllo corticale degli impulsi sede
della tappa finale dell’evoluzione filogenetica viene sequestrato dal cervello
rettile , violento e reattivo rappresentato dal circuito dell’amigdala. Ne
deriva un comportamento violento impulsivo in cui non c’è pensiero e
consapevolezza ma solo agito, quasi l’evacuazione di un impulso fisico, seguito
talvolta persino da amnesia del fatto accaduto.
Ho tenuto seminari di formazione per presidi e
insegnanti molte volte sui temi dell’esaurimento emotivo e motivazionale alla
professione docente ed in tema di intelligenza emotiva : sono stati seminari
affollatissimi all’inverosimile. L’interesse da parte degli insegnanti è alto.
Ma dall’altra parte , diversamente da altri
paesi europei come la Francia dove periodicamente la salute degli insegnanti
viene monitorata, in italia nonostante il ministero sia stato stimolato e
informato su questo fenomeni, poco è stato fatto sia per prevenire , sia per
formare adeguatamente.
Molto si puo e si deve fare e molto fanno da
anni , per esempio Anna di Gennaro e Vittorio Lodolo Doria sul burn out degli
insegnanti con seminari di formazione, saggi, counseling on line e tante altre attività.
Per quel che mi riguarda ho ideato e organizzato
un master sull’intervento clinico pedagogico multidisciplinare per la persona
con disabilità che intende colmare questa grave lacuna . Il master è pensato e
organizzato dall’istituto italiano di psicoanalisi di gruppo di cui sono
docente in partnership con la cattedra di Pedagogia speciale del Prof Nicola
Cuomo del Dipartimento di scienze dell’educazione dell’universita di Bologna . Gli iscritti al master quest’anno son stati
tutti insegnanti a dimostrazione del bisogno formativo riconosciuto.
Temple Grandin, famosa persona autistica
americana e docente di zoologia in università americane(gli autistici e i
disabili non sono infatti come la maggior parte delle persone credono, alcuni
insegnanti compresi, dei deficienti ma persone che hanno diverse forme di
intelligenza dalla nostra che richiede d’essere conosciuta e annessa all’umana
varietà ) ha scritto un libro dal titolo”La macchina degli abbracci” che invito
tutti a leggere.
In questo libro spiega che quando andava in
crisi dissociativa e di terrore senza nome , si rifugiava in un luogo stretto
che fungesse da abbraccio e la contenesse fisicamente e questo la aiutava a
calmarsi : probabilmente il terrore periodico cui andava incontro era quello
psicotico della perdita dei confini, quasi un perdere la pelle che ci separa
dal mondo e impedisce ad esso di invaderci nullificandoci.
Invece di abbracci il ragazzo di Barabiano ha
ricevuto percosse che rappresentano il simbolo piu perverso e al contempo
impotente del comportamento umano invadente , simbolo di guerra e morte.
I danni
di questo comportamento sono
incalcolabili .
Ma poiché nelle varie circostanze della vita
dinanzi ad una frustrazione personale e professionale isolata o ripetuta tutti
possiamo essere violenti o subire
violenza dobbiamo imparare ad esserne
maggiormente consapevoli e imparare a comprendere quanto questi comportamenti
possono essere sempre devastanti..
Per la psicoanalisi è
infatti fondamentale riconoscere anche gli aspetti negativi di sè per poterli
gestire bene e non solo attribuirli agli altri come male esterno ed estraneo a
noi .
Questa è anche la base
psichica su cui è possibile ottenere la pace fra gli individui prima e i popoli
dopo.
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