( Immagine di Virginia Giuffrida)
come sale da cucina
tornare ad essere
quello che si era prima."
Procedimento scientifico n. 1 di Vincenzo Ampolo
(Menzione speciale al Secondo Concorso Internazionale
di Poesia Scientifica – UAAR Venezia 2010 )
La coscienza è fluidità.
Nel presente tutto scorre e in questo flusso siamo come gocce d’acqua che partecipano di un’onda in movimento.
Come persi, nella danza, nella natura, nell’amore, sperimentiamo lo stato fluido in cui siamo, senza pensare di essere.
Le antiche pratiche estatiche e meditative promuovevano, attraverso tecniche più o meno elaborate, stati di presenza all’interno di una fluidità di coscienza.
Agendo sul respiro, sulla voce o su tutto il corpo, in stasi e in movimento, si era in grado di fermare il flusso ininterrotto dei pensieri e ritrovare dentro di sé, il silenzio, il vuoto, la non-mente.
In questo “essere nell’essere”, improvvisamente e senza preavviso, la coscienza si espande a un livello d’informazione superiore, fino ad abbracciare una dimensione più vasta di realtà.
E’ questo il “satori”, un’esperienza spirituale, il primo passo per quel percorso di espansione della coscienza che dovrebbe portare alla tanto ricercata “illuminazione”.
Lo stato fluido, quando lo si sperimenta, è lo stato di coscienza più semplice e naturale; quello dell’artista o del bambino che gioca, che crea, che sogna ad occhi aperti, che gode della bellezza del creato.
Se i condizionamenti culturali e sociali ci impongono un modo di pensare rigido e razionale, sotto il predominio dell’emisfero sinistro, pure è possibile ritrovare e perseguire questa spontanea e naturale fluidità di coscienza, in cui ci si può percepire come parti di un tutto interconnesso, agevolando una visione oceanica più ampia e comprensiva.
Da qui, da questa prima esperienza è possibile accedere a stati ancora più elevati ed espansi, in cui le informazioni che si percepiscono diventano molto più raffinate, più chiare e profonde.
In altri contesti di studio ho già sottolineato l’importanza dell’educazione a questo approccio creativo e naturale al tempo stesso.
Quando esistono delle figure accudenti, familiari e insegnanti in primo luogo, che lasciano spazio e promuovono la crescita di queste potenzialità naturali, necessarie per godersi la vita, si osserva il fiorire d’individui che hanno un miglior senso di autostima, sono meno preoccupati di se stessi e riescono ad elaborare le informazioni in modo più critico ed autonomo.
L’educazione allo stato fluido è quindi un obiettivo da perseguire in tutti i gradi d’istruzione e per tutta la vita, considerando che nello stato fluido dei praticanti la meditazione, ad esempio, è possibile verificare strumentalmente un funzionamento cerebrale meno eccitato e più integrato, capace di flessibilità di empatia e soprattutto di gioia di vivere e fiducia nell’esistenza.
Nota :
In relazione alla tematica affrontata si vedano dell’autore i testi:
- Musica droga & transe, Ed. Sensibile alle foglie, 1999;
- Dissociazione e Creatività, Ed. Campanotto, 2005;
- Oltre la Coscienza Ordinaria, Riti Miti Sostanze Terapie, Ed Kurumuny, 2012.
In relazione alla tematica affrontata si vedano dell’autore i testi:
- Musica droga & transe, Ed. Sensibile alle foglie, 1999;
- Dissociazione e Creatività, Ed. Campanotto, 2005;
- Oltre la Coscienza Ordinaria, Riti Miti Sostanze Terapie, Ed Kurumuny, 2012.