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Blog fondato da Guglielmo Campione www.guglielmocampione.it

La mente può trovarsi in stati diversi , il sonno ,il sogno, la trance,l'ipnosi,l'attenzione fluttuante,
l'estasi,la preghiera,la meditazione,la creatività artistica e scientifica,
l'esplorazione dello spazio e degli abissi marini,l'agonismo sportivo.

Stati della mente pubblica lavori originali o già pubblicati con il consenso degli autori, interviste e recensioni di libri e promuove eventi culturali e scientifici.

LE COMUNI ORIGINI AMNIOTICHE DELLA MUSICA E DELLA MISTICA di Guglielmo Campione


Una vecchia leggenda indù racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano Dei.
 Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma – signore degli dei – decise di privarli del potere divino e di nasconderlo in un posto dove fosse impossibile trovarlo.
Il grande problema fu quello di trovare un nascondiglio.
 Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente: “seppelliamo la divinità dell’uomo nella Terra”. 
Brahma tuttavia rispose: “No, non basta. Perché l’uomo scaverà e la ritroverà”.
 Gli dei, allora, replicarono: “In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli Oceani”.
 E di nuovo Brahma rispose: “No, perché prima o poi l’uomo esplorerà le cavità di tutti gli Oceani, e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie”. 
Gli dei minori conclusero allora: “Non sappiamo dove nasconderla, perché non sembra esistere – sulla terra o in mare – luogo alcuno che l’uomo non possa una volta raggiungere”.
E fu così che Brahma disse: “Ecco ciò che faremo della divinità dell’uomo: la nasconderemo nel suo Io più profondo e segreto, perché è il solo posto dove non gli verrà mai in mente di cercarla”.
A partire da quel tempo, conclude la leggenda, l’uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne,scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.

Dove origina mentalmente la musica ? e come essa è legata al piacere e al dolore ?

Questo mio saggio si situa all’incrocio di tematiche fondamentali per la vita estetica e d emotiva affettiva e spirituale della persona : il suono, la voce, l’acqua, l’ontogenesi,l’embriogenesi,la nascita , l’esperienza mistica della beatitudine oceanica uterina da una parte e dall’altra i suoi corrispettivi universali , culturali e spirituali : il suono , la voce e l’orecchio, l’acqua , e l’origine della vita della specie umana nei miti cosmogonici , la creazione della musica , il bisogno eterno delle esperienze di estasi e di trance .

Da una parte Freud, Ferenczi, M, Balint, I Matte Blanco, Fornari, Bion, Jung .

Dall’altra Bach, Ravel,l’opera lirica,la musica tonale e atonale, il ritmo,l’armonia, la fuga.

In mezzo a tutto ciò l’esperienza amniotica: la genesi e il paradiso perduto da cui tutto origina e che il mito ricalca fedelmente.
In principio era il suono (Vangelo di Giovanni).
Ed il suono era presso la madre. In principio era la madre.(Fornari).

Il suono è  un filo che ci porta indietro fino a zone remote del nostro essere, ai confini del mito, del mito personale cosmogonico di ciascuno di noi.

Nella convinzione rinascimentale che il Microcosmo si rifletta nel macrocosmo e viceversa e che ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto.

Sono sempre stato molto affascinato dalla prosodìa ,la musicalità della parola,uno degli aspetti proto mentali dell'esperienza umana : Durante il periodo amniotico tutti abbiamo sperimentato  l'importanza della prosodia, del ritmo , timbro e intonazione della voce .

Sono convinto che l’attenzione a questi aspetti sonori prosodici del linguaggio e non solo a quelli semantico linguistici ci permetta di  ampliare le nostre capacità di intuito e comprensione del nostro mondo emotivo e di stare maggiormente in contatto con esso.

Il modo in cui un individuo si rapporta al suono, e in particolare al suono più significativo dell'universo sonoro, la voce umana, come vedremo può rivelare molto sulle sue esperienze pre e perinatali, ma può anche rivelare come si è sviluppato Il suono della sua relazione primaria, se è stata segnata da armonie o da dissonanze, se vi sono stati dei silenzi, se si sono prodotti dei crescendo troppo concitati.

Per Balint un tempo vi era una miscela armoniosa fatta  dal mondo circostante , da noi stessi  e da nostra madre , in cui la fantasia di un "armonia primaria", ha mantenuto una perfetta armonia tra il soggetto e il suo ambiente.

Per Ferenczi, il liquido amniotico è un piccolo residuo del grande oceano . 
La sua esperienza di analisi ha suggerito una analogia profonda tra il corpo materno e l'oceano, da qui il desiderio dell'uomo ad una regressione talassale .
Non è la madre simbolo dell’oceano ma l’oceano simbolo della madre.
Se la filogenesi riepiloga l’ontogenesi e viceversa secondo ferenczi l’esperienza della vita fetale primigenia in acqua e la catastrofe o trauma della nascita la rottura della armonia e della beatitudine- ricalca l’esperienza della primitiva vita acquatica della specie umana caratterizzata da varie  catastrofi : dalla nascita come emersione della vita cellulare dall’informe nulla , la catastrofe della rottura e della perdita delle acque con  la desertificazione (il mar rosso che si apre e lascia passare gli ebrei ma poi si richiude e li avvia al deserto e alla nascita ), la glaciazione,il diluvio ecc…

Dice Erri De Luca “Racconta  la leggenda che un angelo cancella al neonato il ricordo di quello che ha saputo in grembo.
C’è da svuotare il sacco prima di nascere.
I bambini dentro la placenta sanno tutto il passato,le lingue,le avventure,pericoli e mestieri.
Il loro  scheletro è diventato pesce ,rettile, uccello prima di fermarsi all’ultima stazione.
Lo sforzo di espulsione dal corpo della madre serve a dimenticare.
La rottura delle acque apre il varco che subito dietro si chiude dopo il tuffo nel vuoto.
Cosi è il mondo per chi viene da un grembo .
Il salto nell’asciutto produce azzeramento di tutta la sapienza accumulata nel sacco di placenta, si attecchisce meglio dimenticando da dove si proviene.
A lui spiaceva dolorosamente non ricordare com’era stato al centro del corpo di una madre tra le ossa del bacino le vertebre sotto il dondolo del respiro e i passi sulle scale del battuto del cuore.
Che perdita passare da sputo a carne umana ,risalire le epoche del corpo e giunto al culmine sull’orlo della soglia dimenticare tutto.
Il corpo ricorda piu della testa e del suo ripostiglio di memoria.
Un tempo innumerevole per lui era trascorso dentro la madre.
 Fuori di li era cresciuto presso di lei .
Nel caso di una madre da cui si proviene presso è un esilio svolto nei paraggi.

Erri de Luca “E disse”, Feltrinelli , 2011

“Il feto in utero sarebbe- diceva Mauro Mancia- nella singolare posizione del cavaliere trecentesco John Mandeville,che si trovo a raccontare un viaggio che non aveva mai fatto e a fare un trattato
delle cose piu meravigliose e piu lodabili che si trovano al mondo senza averle
mai viste, ma che ben conosceva per aver consultato enciclopedie, mappe e cataloghi
di meraviglie . Questo perchè oltre alla forma di memoria autobiografica, chiamata "memoria esplicita"abbiamo anche una"memoria implicita" - un inconscio sistema di archiviazione che noi non possiamo riportare alla coscienza e verbalizzare (ineffabilità dell’esperienza).
Possiamo quindi ipotizzare che le esperienze dei nostri primi due anni di vita sono memorizzate come "memoria implicita" nell'amigdala,  nuclei neuronali situati in profondità all'interno dei lobi mediali temporali del cervello e non sono pertanto riconducibili a ricordo . La ricerca ha dimostrato che è nell'amigdala che si svolgono primariamente la memorizzazione delle reazioni emotive. L'ippocampo, infatti,il principale componente del cervello che svolge un ruolo nella memoria a lungo termine, non diventa pienamente maturo se non dopo il secondo anno di vita.


Platone , la musica e la madre che incanta .

Platone, su cui si basa l'essenza della spiritualità occidentale, ha scritto pagine molto interessanti sugli effetti dei suoni sulla mente.

Egli riteneva che l'emozione fosse una  specie di movimento interno che chiamò Kinesis.
La Musica e la Danza andrebbero intese secondo Platone come uno shock esterno, Seismos, in grado di ricondurre lo stato emotivo alla calma generale del cosmo.
 Le madri che cercano di far addormentare i loro bambini ,li cullano (kinesin) facendo oscillare le loro braccia (seiousai) mentre cantano loro canzoni e in tal modo li incantano(kataulosi) e li calmano .
Platone s’era imbattuto in ciò che i neuroscienziati del XX secolo avrebbero chiamato " fenomeno del trascinamento sonoro"?.

La prima esperienza degli esseri umani nel grembo materno  è  anche la nostra prima esperienza immersiva  ed è la nostra prima esperienza uditiva in acqua.
la modalità  percettiva sensoriale primordiale è  stata principalmente tattile, propriocettiva e uditiva.

 Che cosa abbiamo sperimentato prima della nascita?

La beatitudine oceanica( il sentimento oceanico cui fa riferimento il carteggio fra Freud e Rolland) della fusione primaria nell’ immersione in amnios.
Il sentimento dell'infinito, inteso da Schleiermacher  come la base della religiosità in quanto distinta dalla religione istituzionale, non è altro che la nostalgia della condizione infantile preedipica, quando il bambino non è ancora in grado di percepire un confine tra sé e la madre.

Suoni, voci e rumori subacquei amniotici

Con la 24a settimana di vita, il feto è già "in ascolto" di rumori e suoni nel suo ambiente liquido. 
Immerso nel liquido amniotico, questo piccolo essere è guidato dal desiderio di comunicare con la voce della madre, stabilire un rapporto uditivo con lei e  mantenere questa connessione ininterrotta quanto piu possibile.

  Il bambino nuota in questo universo acquatico di suoni e rumori interni, punteggiato occasionalmente dalla musica della voce di sua madre. 
Egli deve imparare ad allungare le orecchie, al fine di ristabilire un dialogo con quella voce.
L’orecchio riceve direttamente le frequenze del gorgoglio sonoro dal suo ambiente amniotico,
mentre i rumori e i suoni esterni sono sentiti indirettamente passando attraverso la parete addominale della madre.
 Il feto vive letteralmente ciò che sente : tutto quello che conosce  è questo mondo liquido
In passato gli scienziati hanno sottolineato il suono del battito del cuore molto più di quanto facciamo oggi. 
Al contrario, noi crediamo che il battito del cuore è una forma di rumore bianco - una potenza sonora costante all'interno di una banda larga di suoni fissa - che è probabilmente solo sentita da parte del feto soprattutto quando a volte sparisce.
Il feto ha, invece, più di una connessione uditiva con il suono ritmico del respiro materno , più vario e simile a un'onda quando colpisce la riva.
Si tratta di un suono simile a quello udito sott'acqua dal subacqueo  emesso dal suo autorespiratore .
Durante la gravidanza, i suoni vengono filtrati attraverso il liquido amniotico e si verificano modificazioni nelle vibrazioni sonore .
 I suoni acuti vengono trasformati attraverso questo effetto filtro, mentre i suoni superiori a 500 hertz restano invariati. 
Il feto sembra reagire più fortemente alle basse frequenze, come quelle del violoncello e contrabbasso, e meno a quelle di violini e flauti.
I suoni bassi, vengono condotti per mezzo della conduzione ossea ed hanno secondo Tomatis un potere ipnotico e per certi versi paralizzante ed angosciante ,agendo prevalentemente sul labirinto, sull’autopercezione spaziale e sullo schema corporeo.
La voce della madre si origina nella laringe, si diffonde lungo le vertebre per conduzione ossea , si diffonde nell’amnios e in fine giunge all’orecchio. 
Il corpo della madre è l'elemento critico nella trasmissione del suono tra il mondo esterno e il nascituro. 
I suoni esterni, come le voci del padre e fratelli, sono percepiti in forma attenuata. Il liquido amniotico deforma meno la voce materna , mantenendone  intonazione e  ritmo e questo forse spiega perché il feto ha una  predilezione per le voci delle donne, specialmente se cantano.
De Casper ha anche dimostrato che i neonati possono discriminare tra
due diverse favole per bambini e mostrare preferenze per quella che la mamma aveva raccontato loro tutti i giorni per 10 minuti (secondo la consegna sperimentale) nell’ultimo trimestre di gravidanza
Analogamente un altro esperimento svolto da Hepper dell’Università di Belfast ha rivelato che un brano musicale,udito tutti giorni negli ultimi tre mesi di gestazione, viene riconosciuto dai neonati .
L’orecchio umano, desideroso di ascoltare, prepara tutta la sua rete neuronica al fine di registrare, di fissare il più possibile le tracce delle esperienze fetali, future basi del percorso umano che il bambino dovrà intraprendere dopo la sua nascita” .
Gli elementi fondamentali del suono (scansione, ritmo e intonazione) cominciano quindi a essere memorizzati fin dalla vita intrauterina

L’ASCOLTO permette il riconoscimento della madre dopo la nascita:
Il neonato mostra di dare un significato particolarmente positivo al rispecchiarsi del suono prenatale nel suono postnatale (significato di incantamento del Kataulosi di Platone ).
Il bambino, alla nascita, possiede già una memoria sonora del mondo esterno e che nel passaggio dall'ascolto fetale all'ascolto normale il momento del riconoscimento della voce materna sia un'esperienza fondante.

La prova del nome

Andre Thomas ha realizzato un esperimento chiamato «la prova del nome»: un neonato di pochi giorni viene posto a sedere su un tavolo - ciò è possibile perché fino a dieci giorni il bambino possiede unforte tono muscolare - circondato da un gruppo di adulti, tra cui i genitori, che pronunciano il suo nome, uno alla volta. Il piccolo non presenta reazioni fino al momento in cui parla la madre, a quel punto il suo corpo si inclina e cade in direziono della voce materna .

Matte Blanco: identita – diversità –isomorfismo musica- mente inconscia .

 Il venire al mondo, come passaggio dalla situazione intrauterina ad una nuova in cui si è nudi e inermi, non più protetti, rappresenta la prima vera esperienza di novità e quindi la percezione della diversità da parte del neonato.

La scoperta dell'altro da sé, della diversità sta dunque nella paragonare il sentire attuale di dolore e il suo stato anteriore" che retrospettivamente, appare come uno stato di beatitudine.

Tale riflessione ci suggerisce che il mondo intrauterino, cioè il paradiso perduto, è l'altro indistinto da noi non più recuperabile.

Tutto ciò che riesce in un modo qualsiasi ad alludere a questo mondo perduto, potrebbe essere da noi vissuto come l'estremo tentativo di ritornare a quella condizione, e dunque di recuperare l'unità con l'altro.  E’la Base della mistica.

Dopo la nascita il neonato, comunque, riesce momentaneamente a placare il suo sentimento di dolore tra le braccia materne, nell'atto della suzione.

Durante tale attività sembra anche ricomporsi quell'unità ed indistinguibilità che caratterizzava la vita intrauterina.

La posizione, l'attività respiratoria, l'adeguamento del ritmo della poppata al battito cardiaco della madre, alludono al tentativo di ristabilire quell'unità perduta.

 E ancora una volta il distacco dal seno-madre dà origine ad un sentimento di frustrazione provocato dalla perdita.

Ancora una volta viene vissuta l'esperienza paradossale che qualcosa che è sé si distacca dal sé.

L'armonica unione del neonato col seno viene rotta e il bambino imparerà a concepire come separato ciò che considerava unito (l'io e l'altro):
è l'alba del pensiero cosciente (asimmetrico come afferma Matte Blanco), che conosce per divisione e contrapposizione.
Ciononostante, questo originario atto di traduzione del modo simmetrico ("esiste solo un Io-Tutto") in termini di asimmetria ("esiste un Io e tanti Non-Io") nasce da una condizione di serenità primordiale, e sarà conservata in noi come la verità di certi livelli più profondi (più inconsci) della psiche: "l'unità di tutti gli esseri, al di là dell'individualità di ognuno di essi"

Come questo si puo riallacciare alla Musica a e al benessere?

 I Canoni e le Fughe per esempio(per citare le forme più note) giocano, in modo variegato, con un principio semplice e stupefacente: un tema musicale è capace di intrecciarsi con se stesso, oppure con un riflesso di sé (quando il soggetto melodico è traslato ad un altro grado della scala, oppure è capovolto o riflesso, ecc...).

 L'unità del brano musicale, nonché la sua bellezza, sono il risultato, in tali casi, di un sapiente incastro fra un'identità e qualcosa di diverso che però è riconducibile a quella identità.

Nell'Opera di Johann Sebastian Bach troviamo un canone a tre voci ("Canon per Tonos") che partendo dalla tonalità di do minore, attraverso una impeccabile modulazione, arriva a re minore senza che l'ascoltatore se ne accorga.
Continua attraversando le regioni tonali successive e perciò allontanandosi sempre di più da quella iniziale, fino a ristabilire "improvvisamente" la tonalità originaria di do minore (esattamente un'ottava sopra rispetto all'inizio).

La peculiarità di tale brano è quella di realizzare un "avvitamento tonale", in cui non vengono più intrecciati solo ad un livello armonico i temi identici/differenti, ma si crea una catena di anelli a livello melodico che lascia stupefatto l'ascoltatore, poiché attraverso degli impercettibili movimenti si attraversano tutte le regioni tonali per poi tornare a quella iniziale.

 Si ha la sensazione di un continuo cambiamento senza che nulla cambi.

 Ancora, dunque, ci troviamo di fronte all'eventualità che identità e diversità coincidano, creando una magica circolarità; così come nella prima relazione con l'altro-madre

 LA  A-SEMANTICITÀ EVIDENTE DELLA MUSICA , che d'altronde si scontra con IL POTERE FORTEMENTE SUGGESTIVO ED EVOCATIVO CHE, PARIMENTI, È IMPOSSIBILE NEGARE.

la musica ha un rapporto privilegiato con il nostro mondo emotivo piuttosto che con la ragione e i concetti»;

«esiste un isomorfismo strutturale tra linguaggio musicale e realtà emozionali profonde».

Ma già Platone, nella Repubblica, afferma che l'educazione musicale è di estrema importanza per il fatto che il ritmo e l'armonia penetrano nel più profondo dell'anima :

Chi è stato educato a dovere in questo campo si accorgerà con grande acutezza di ciò che è difettoso e mal costruito [...] e con giusta insofferenza loderà le cose belle e accogliendole con gioia nell'anima saprà nutrirsene per diventare un uomo onesto, mentre biasimerà e detesterà a buon diritto le cose brutte fin da giovane, ancor prima di poterne capire razionalmente il motivo; e una volta acquisita la ragione la saluterà con affetto, riconoscendo la sua grande affinità con l'educazione ricevuta"

Platone era convinto che la musica fosse estremamente influente sullo spirito di una persona e che possedesse, per questa ragione, una funzione di natura etico-educativa (riuscendo a parlare allo spirito dei fanciulli prima ancora della ragione); arrivava, perfino, a distinguere una musica "sana" da un'altra "deviante": ai flauti di Dioniso e Marsia si sarebbero preferite la lira e la cetra di Apollo e Orfeo.

La musica trova il suo compimento, secondo Platone, nell'amore del bello; e, soprattutto, la vera musica è musica semplice, non doppia, né molteplice (così come l'uomo vero non può essere doppio né molteplice)(11).

FORNARI , FREUD

Fornari riconduce il generale sentimento di piacere che può provocare la musica e tutto il carico di rappresentazioni che con sé trascina, a quella strana dimensione di "vita prima della vita" che è il mondo intrauterino.

    Già Freud aveva notato come il piacere della rima derivasse dal divertimento che il bambino prova nel giocare con l'omofonia. Si tratta di un gioco ritmico-fonico puro, che non ha alcun senso se non quello di realizzare un rapporto speculare fra i suoni, cioè di provocare un rispecchiamento di suoni.
 Il suo fine è quello di tenere compagnia al bambino stesso che canticchia .

 La teoria degli oggetti transizionali ci dice che un oggetto può acquistare un significato "magico" se assume la funzione di rappresentare un oggetto immaginario.

Un elemento esterno può diventare quindi segno del mondo interno (dilatazione semantica tipica della sfera inconscia della mente). Dunque, i giochi ritmico-fonici del bambino «gli servono per recuperare l'unità originaria per mezzo del recupero di un suono e di un ritmo originari, che pur parlando in questo mondo, parlano di un altro mondo».


Sulla base di alcuni studi, fa notare Fornari, il neonato sarebbe capace di riconoscere, una volta venuto al mondo, quelle specifiche parole che erano state pronunciate quando era ancora nel ventre materno.

Dunque, il neonato mostra di attribuire un significato al rispecchiarsi del suono prenatale nel suono postnatale (19).

Quando tale riconoscimento si manifesta, il bambino, pass da uno stato di agitazione ad uno di quiete e di rilassamento, quasi che, riascoltando il suono già udito nella situazione prenatale, dopo il disastro della nascita, gli attribuisca il significato del ritrovamento di un bene perduto.

Per questo, la filastrocca simbolicamente rappresenta il recupero di qualcosa che è stato e non è più, ma nondimeno ritorna.

 Tale riconoscimento del suono prenatale nella vita postnatale rappresenta, secondo Fornari, un'esperienza di specularità acustica primaria.

 In conclusione, la musica è in grado di rappresentarci un altro mondo, per sempre perduto, ma senza del quale sembra non possiamo vivere; qualcosa che è stato (percezione di una perfetta unità) e poi non è stato più (inizio della vita regolata dal principium individuationis), e che tuttavia ha lasciato dietro di sé un senso acuto di assenza e di nostalgia, che spinge a ritrovare "l'oggetto perduto", come l'unico che realmente conta.

In questa prospettiva, afferma Fornari, la musica ha la stessa origine che Platone ha dato all'Eros.
Fornari ha definito l’opera come “il luogo della celebrazione degli affetti
Secondo Fornari per esempio Nell’opera lirica convivono infatti una dilatazione delle componenti espressivo-intonative e ritmiche date dal testo e dall’orchestra e una drammatizzazione esasperata di affetti ed emozioni rintracciabili in ognuno.


SIMBOLISMO MITICO DELL’ORECCHIO .

 L'importanza del suono come veicolo affettivo nella relazione madre-figlio è rappresentato simbolicamente da un mito indiano in cui Karma, figlio del Sole, nasce dall'orecchio materno.

il simbolismo egiziano dell'orecchio, secondo il quale l'orecchio destro riceve il soffio della vita e quello sinistro il soffio della morte. le medesime valenze contrapposte dell'archetipo materno, all'immagine della madre apportatrice di vita e di morte

Il ruolo primario che riveste l'esperienza sonora nelle fasi iniziali della vita umana ha una rappresentazione simbolica nei miti della creazione. 

MITI DELLA CREAZIONE. 

Nelle cosmogonie il suono, sotto forma di sospiro, canto, grido, tuono o parola della divinità creatrice, è alla base della nascita del mondo:

«La fonte dalla quale emana il mondo è sempre una fonte acustica. [...]

Questo suono, nato dal Vuoto, è il frutto di un pensiero che fa vibrare il Nulla                         

e, propagandosi, crea lo spazio.

 È un monologo il cui  sonoro costituisce la prima manifestazione percepibile dell'Invisibile.

L'abisso primordiale è dunque un 'fondo di risonanza', e il suono che ne scaturisce deve essere considerato come la prima forza creatrice, che nella maggior parte delle mitologie è personificata negli dei cantori» . 

Possiamo leggere dunque nei miti di creazione una metafora dell'esperienza originaria dell'essere umano, il suono entra nella vita prenatale e rappresenta, con molta probabilità, la prima esperienza del mondo che ha l'individuo, prima ancora di vedere il mondo alla nascita.

Il dio che crea l'universo attraverso un suono è la figura materna che con la sua voce rappresenta un ponte tra il mondo uterino e il mondo esterno.

La voce materna (il maternese) ha lo stesso effetto del suono nelle cosmogonie:

conferisce vita psichica all'individuo 

e lo aiuta nella transizione da una forma di esistenza all'altra:

«Il significato magico del suono prenatale è un significante che allude alla vita intrauterina, intesa come paradiso perduto.

L'evento del parto secondo GROFF è un momento centrale dell'esistenza. Egli divide l'evento in quattro fasi: che chiama matrici perinatali. Matrice perinatale uno quando c'è la situazione nirvanica ovvero quando il feto è fluttuante nel liquido amniotico in un beato calduccio con il nutrimento che gli arriva senza chiedere nulla. Questa fase matrice perinatale uno o nirvanica non è sempre priva di incidenti non è sempre così come sembrerebbe.
Essendoci poi un profondo rapporto biochimico con la madre un'ondata di paura della madre puo trasferirsi al feto sotto termini di un'ondata di sostanze chimiche che
modificano la situazione nirvanica in cui si trova. Quindi già nella prima fase del parto, il feto può essere oggetto di disturbi  e sensazioni che poi coloreranno il resto dell'esistenza psicologica di questo individuo. La Seconda fase è quella la quale all'improvviso, da questa condizione di beatitudine l'utero comincia a contrarsi, ed è arrivato il
momento di cominciare la nascita :compaiono sensazioni di schiacciamento,sensazioni di essere rifiutati respinti, buttati fuori, senonché in questa prima fase del travaglio il canale del parto è ancora chiuso e il feto fa per la prima volta l'esperienza della morte-rinascita : ha la necessità di andar via di lì perché le pareti si contraggono,viene schiacciato ma non ha una via di uscita. E' solo quando si apre il canale del parto, può incominciare la terza fase che è quella di passaggio del tunnel :il famoso simbolo del passaggio del tunnel è un canale stretto,  in qualche modo
elastico che può essere attraversato solo con grandissima fatica e con il rischio della vita, ma non c'è altro modo che affrontare questa estrema difficoltà: è un 'iniziazione. Durante questo passaggio avvengono cose più incredibili
Ci dovrebbe essere una sinergia, una collaborazione tra ciò che succede alla madre e ciò che deve fare il feto, nel senso che per esempio il feto ,se è presentato di fronte ,punterà i piedi sulla parete dell'utero e spingerà contemporaneamente al momento in cui l'utero si contrae, in modo da avere una duplice spinta verso la via uscita. Se la madre non contrae nella maniera giusta oppure è angosciata o spaventata o incapace di collaborare ,cominciano le difficoltà. 
Oppure ci sono delle difficoltà quando non si riescono a eseguire i giusti movimenti per far scivolare la testa che è la parte più difficile da espellere, attraverso questo canale. Dice  Groff che durante questa terza fase, se il parto viene interrotto per esempio da una anestesia e si provvede ad un cesario, il feto viene anestetizzato e viene con questo evento abituato a sfuggire le responsabilità della vita. 
Nella quarta fase del parto ,il feto ,una volta uscito ,viene messo in un ambiente altamente ostile rispetto a quello di prima: è freddo, è affollato di persone, viene sculacciato, deve fare l'urlo, gli viene fatto il bagnetto, e finalmente gli viene tagliato il cordone ombelicale. Altro trauma
sia dal punto di vista fisico perché c'è dolore, sia dal punto di vista psicologico perché praticamente gli si dice, d'ora in avanti piccolo mio te la devi cavare con le
tue gambe! E' questo è l'ultimo atto del rifiuto dalla madre (M:Margnelli). 

 Riascoltando però il suono già udito nella situazione prenatale, dopo il disastro della nascita, il neonato sembra dargli [...] il segno del ritrovamento di un bene perduto» .

PRIMA IL SUONO E POI L’IMMAGINE.

Il suono della voce materna dunque rappresenta non soltanto un collegamento tra due modalità di ascolto, ma permette anche di legare il suono prenatale all'immagine del mondo che subentra e si viene costruendo dopo la nascita attraverso la percezione visiva.

LA FORMA PRIMARIA DI CONOSCENZA SEMBRA DUNQUE ESSERE DI TIPO SONORO PIUTTOSTO CHE VISIVO:
l'ascolto intrauterino ha probabilmente un fondamento archetipico, un apriori, una struttura, un invariante universale.

Dopo la nascita l'universo fatto di oggetti sonori si trasforma gradualmente in un mondo di oggetti-immagini, ogni suono viene associato ad un'immagine.

Alla luce di questi dati potremmo dire che la concezione platonica della conoscenza come una forma di reminiscenza trova degli agganci importanti nei più recenti studi di psicologia prenatale, che parlano di tracce mnesti-che di alcune esperienze fatte nel corso della vita fetale: conoscere è riconoscere per platone…

il modo in cui un bambino conosce il mondo, che per lui è la madre, è molto più affascinante e complesso di quanto sia stato in genere immaginato nella mente dei filosofi.

  La figura materna con la sua voce rappresenta un filtro tra il bambino e il mondo,

 questo filtro più tardi diventerà il linguaggio, strumento di comunicazione e di conoscenza.

Alla nascita il bambino scoprirà di avere anch'egli un suono, proprio come la madre, e da questa scoperta inizierà il percorso verso il linguaggio.

L'evoluzione linguistica nell'infante avviene anche attraverso l'ascolto della propria voce e di quella dell'adulto.

 Si narra che Federico II di Svevia fosse molto interessato all'origine del linguaggio, per questo un giorno decise di intraprendere un esperimento. Affidò ad alcune balie dei neonati e ordinò alle donne di non pronunciare parola in presenza dei piccoli:dovevano accudirli, nutrirli e allevarli in perfetto silenzio.
In tal modo, pensava il re, i bambini avrebbero potuto sviluppare quel linguaggio universale vagheggiato dalla filosofia del tempo.

I piccoli morirono tutti, dimostrando all'incauto sovrano che non esisteva un linguaggio di tal fatta.

Questa esperienza, collocata tra storia e leggenda, ci fa riflettere sull'importanza della comunicazione nella strutturazione delle prime relazioni oggettuali; una comunicazione che si configura primariamente come comunicazione sonora e solo successivamente diviene linguaggio: 

«A livello filogenetico, si parla del primato del ritmo sul significato, proprio perché il ritmo ha originariamente significato affettivo, mentre il significato ha un senso cognitivo. [...] isomorfismo musica mente.

Il bambino prima coglie l'unità ritmica e poi coglie l'unità semantica» .

Solo in un secondo momento le qualità acustiche diventeranno  strutture affettivo-cognitive;  la voce e l'ascolto, infatti, sono strettamente correlati, non soltanto da un legame di causa-effetto, ma anche nella loro connotazione emotivo-affettiva e nel loro legame con la funzione cognitiva.

La figura materna si pone dunque come un elemento centrale nella vicenda dell'ascolto e connota con il suo suono due momenti fondanti nella strutturazione della psiche infantile: la scena primaria e la situazione edipica.

Secondo alcuni studiosi il bambino percepisce anche la voce del padre nel corso della vita intrauterina:

 «Oltre alla voce della madre, il feto e il neonato percepiscono la voce del padre.

Il neonato mostra di riconoscere la voce del padre nella vita postnatale, purché abbia potuto percepire alcune parole, con una certa regolarità e frequenza, nella vita prenatale»

 I personaggi della vicenda che si pone alla base della vita psichica del bambino, strutturandola e  organizzandola, sono dunque già tutti presenti fin dal periodo prenatale.

RUOLO DEL SUONO NELLE FANTASIE

Ma qual'è il ruolo del suono nelle fantasie e che parte rivesta nell'elaborazione delle stesse ?


È possibile ipotizzare che nella realtà individuale la scena originaria sia stata ascoltata, percepita nel buio o attraverso una parete o una porta socchiusa.

La scena primaria potrebbe dunque avere un connotazione uditiva emotivamente forte tanto quanto l'immagine: l'ascolto delle voci dei genitori durante l'amplesso può essere stato collegato solo successivamente alla scena «vista», cioè all'immagine.

La traccia mnestica delle voci dei genitori, udite nel corso della vita fetale, si evolve e si struttura dopo la nascita, legandosi successivamente  all'immagine, che solo allora diviene prevalente.

 In questo modo potrebbe nascere il ricordo: da una serie di tracce mnestiche portatrici di un forte potenziale emotivo si sviluppano delle associazioni e si strutturano delle fantasie,forse già preesistenti. Archetipiche (che  organizza il ricordo della scena primari).

E proprio nella rievocazione del ricordo sta tutta l'originalità e unicità dell'individuo: «La riproduzione del ricordo; essa possiede la prerogativa della licenza poetica, riflette la personalità del relatore, è sovente immaginativa, e talvolta ci offre esempi di creazione immortale» .

Il percorso del suono ha una tappa fondamentale nell'esperienza umana, rappresentata dalla musica.

Essa si configura come l'unica forma di ascolto puro, senza immagini e ciò la rende vicina alle radici del nostro essere. 

Un'interpretazione di questa esperienza assolutamente unica e comune a tutti gli uomini possiamo rintracciarla nel mito di Orfeo.

Questi era un poeta e cantore figlio di Apollo e Calliope che con la dolcezza del suo canto ammansiva le belve, arrestava il corso dei fiumi ed era seguito perfino dalle piante e dalle pietre.
Un giorno l'amata sposa Euridice morì e Orfeo scese negli Inferi alla sua ricerca.
Fiutone e Persefone, signori dell'Ade, commossi dal suono della sua lira gli concessero di riportare la moglie nella vita, ad una condizione, che egli non si voltasse a guardarla finché non fossero giunti alla luce del sole.
L'epilogo è noto, Orfeo si voltò, perdendo così per sempre Euridice. 

Per Franco Fornari  scendere nell'Ade significa ritornare nel grembo materno per recuperare l'unità originaria con la madre. Euridice rappresenta la figura materna. Uscire dall'Ade, tornare alla luce, significa nascere, ma con la nascita si perde per sempre la madre, la simbiosi con il suo corpo.

 «...Orfeo perde Euridice girandosi per guardarla perché si può guardare il volto della madre solo dopo essere nati e quindi solo dopo aver perso la madre. [...] 

Come Orfeo, dunque, il neonato non può portare la madre con sé.

Tuttavia il suono gli permette di recuperare, significandolo, ciò che sta al posto dell'unità originaria perduta, cioè il suono che è la madre» . 

Aspetti etnologici .

 )Nella cultura cinese le future mamme, sono abitualmente fatte abitare in "centri di tranquillità".spesso  costruiti  nei pressi delle rive dei fiumi, e scelti in modo che la madre ascolti suoni piacevoli e questo aiuti a favorire sentimenti di pace e piacevolezza nel suo bambino non ancora nato.
Nella cultura giapponese nella pratica del "tai-kyo" , i genitori e parenti stretti del nascituro, parlano al bambino nel grembo materno come modo di trasmettergli conoscenza.
In tutte le culture orientali, i suoni sgradevoli durante la gravidanza sono strettamente proibiti.
L’apprendimento della lingua è prima di tutto un apprendimento musicale prenatale avvenuto in immersione .

 L’apprendimento prenatale  della prosodia della lingua

La cultura orientale aveva intuito ciò che la scienza ha recentemente scoperto :i primi nove mesi di vita influenzano il resto della nostra  vita anche dal punto di vista linguistico : i Bambini imparano la Lingua sin dal grembo materno.

 Secondo la ricerca di Kathleen Wermke dell'Università di Würzburg, in Germania pubblicata su Current Biology, il 5 novembre 2009, nel loro primo vagito, i bambini già parlano la lingua dei loro genitori.
Il tono è aumentata nei bambini francesi e calante in tedesco, in accordo con la melodia delle due lingue. I bambini in Francia, per esempio, tendono a piangere con un contorno sempre più melodico, con un tono basso all'inizio e alto alla fine  mentre i tedeschi seguono lo schema inverso.  Secondo gli esperti questa "melodia"  si riferisce alle caratteristiche della lingua madre. "Ad esempio, quando si dice 'Papa' in tedesco, si pone l'accento sulla prima sillaba, mentre i francesi fanno il contrario"
E poiché il pianto è stato analizzato a tre giorni di vita, la conclusione è che i bambini hanno assorbito l'accento durante la gravidanza.
Voci e brani musicali possono infatti essere ascoltati dal bambino a partire dal  terzo trimestre di vita intrauterina.L'attività mentale del feto è quindi centrata sull'ascolto. In questo modo egli riconosce  i sentimenti della madre, empatizzando con lei attraverso i suoi suoni e imparando a capire la sua vita affettiva ed  emotiva. Per il feto si tratta d’una esperienza profonda e globale, che aiuta ad allenare e sviluppare  la sua mente .
La mente va appresa.
La natura non ci dà una mente per apprendere ma è  l'effettivo processo di apprendimento che crea la mente. Così, la mente non è una conseguenza dell'evoluzione del cervello, ma il contrario. 
"Noi non impariamo l'esperienza, impariamo da questa esperienza." (Bion 1962)

Il feto sente gli aspetti prosodici del "maternese" come una cantilena che si caratterizza per  l’uso inconsapevole delle vocali allungate, del ritmo lento ,le lunghe pause, le ripetizioni,  la sottolineatura ed esagerazione degli accenti.
In "maternese" il messaggio è rappresentato dalla melodia stessa. In questa modalità di comunicazione, i sentimenti e le intenzioni del relatore sono  , in tal modo,facilmente interpretabili. Sembra verosimile ritenere, quindi,  che il “maternese” sia il risultato di una strategia evolutiva comportamentale tesa all’ottimizzazione e alla protezione della relazione madre bambino .
"In principio era il suono", dicono le prime parole del Vangelo di San Giovanni .Si potrebbe anche aggiungere con Franco Fornari:. "Ed il suono era presso la madre e il suono era la madre "

E’possibile recuperare la modalità musicale di dialogo precoce tra madre e figlio nella vita adulta?


Lo psicoanalista italiano Mauro Mancia  ha sostenuto che l’attenzione agli aspetti prosodici di questo dialogo iniziale - il ritmo,il timbro e la melodia della voce - è un mezzo qualitativamente superiore all’attenzione al significato delle parole per contattare la dimensione emotiva dell’esperienza umana.
Come un uomo del medioevo, il feto racconta d’un viaggio  in un mondo di meraviglie non come chi  ha vissuto l'esperienza direttamente , ma come chi l’ha appresa  leggendola sulle pagine di un grande libro. Questa metafora ci aiuta a capire il funzionamento della memoria implicita.
Mancia ha dedicato il  suo ultimo lavoro prima di morire “Archivi sonori della memoria implicita e musicalità del transfert “ “ai compositori e musicisti di tutto il tempo che mi hanno  insegnato ad ascoltare la musica delle parole”.
Dice Mancia"Ascoltando la musica è maturata in me una sensibilità  nuova. Ho ridotto la mia attenzione  per la semantica delle parole, e ho accentuato il mio interesse per la loro musicalità. Questo mi ha permesso di acquisire una particolare sensibilità per il mondo inconscio , non solo per le cose dette dal paziente, ma per il  tono,  il timbro, e il volume della voce e per la  strutturazione  musicale del linguaggio. Questo è importante perché questi elementi psicoanalitici di transfert affettivo nella comunicazione  fra paziente e analista ripetono  il modo musicale che ha caratterizzato il rapporto precoce tra madre / bambino come un veicolo per i sentimenti e le emozioni.

Concludo con le belle parole di Cioran :

“In noi portiamo tutta la musica:
essa giace negli stati più
profondi del ricordo.
Tutto ciò che è musicalale
è reminescenza.
Al tempo in cui
non avevamo
nome, abbiamo
probabilmente,
già udito
tutto”.

E.Cioran



Bibliografia

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 L’orecchio incantato: Note sulla voce e sull’ascolto di Maria d'agostino

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Campione G.L'immersione subacquea e la pratica psicoanalitica:
esperienza del flusso, attenzione fluttuante e stati di coscienza non ordinari,http://www.psychomedia.it/pm/grpind/sport/campione.htm

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Mancia M “Sentire le parole,Archivi sonori della memoria implicita e musicalità del transfert”, Boringhieri,2004

Nuovo testamento, Vangelo di Giovanni

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Platone, Repubblica

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