Il Natale di Gesù è un nuovo inizio , un'annuale possibilità di rinascita, una prospettiva terapeutica : una relazione sterile può riprendere a essere feconda, una comunicazione bloccata può sbloccarsi , un torto può esser perdonato , un guasto riparato , un male guarito, un debito pagato, una speranza riaccesa.
Ritualizzare la memoria significa darle un tempo e spazio suo proprio ben delineato e riconoscibile : come si semina e si raccoglie in certi mesi dell'anno cosi si può ricordare che è possibile fare sempre un nuovo inizio contro le più severe evidenze dello sconforto che vede il passato come un tempo inemendabile.
La morte è bandita dalla resurrezione della Pasqua ma anche dalla possibilità della rinascita del Natale di Cristo , che ogni anno simbolicamente rinasce come Sole che illumina e riscalda le tenebre umane , come un bambino che nasce in condizione di precarietà , freddo e povertà in una terra straniera: una scelta obbligata dalla legge imperiale Augustea del censimento disposto dal governatore romano Publio Sulpicio Quirino nelle province di Siria e Giudea nel 6 d.C. , Vangelo secondo Luca 2,1-2 cui obbedisce per senso del dovere Giuseppe anziano Padre affidatario , diremmo oggi, e Maria giovanissima ragazza Madre.
Come ricordava Carlo Maria Martini :”
Il Natale guarda alla Pasqua e il presepio contiene allusioni alla morte e risurrezione di Gesù. Esse erano presenti nella riflessione dei Padri. Così, ad esempio, il tema del legno della croce veniva ricordato dalla culla di legno in cui giace Gesù. Le pecore offerte dai pastori ricordano l’agnello immolato. Anche la Madre che si curva sul Figlio ci richiama alla pietà di Maria che tiene tra le braccia il Figlio morto.
La liturgia ambrosiana si esprime così: «L’Altissimo viene tra i piccoli, si china sui poveri e salva». Dunque, il senso del Natale ci riporta al centro della nostra redenzione e ci procura una gioia che non avrà mai fine. Un simile atteggiamento positivo può convivere anche con grandi dolori e penosi distacchi. So bene che questi sentimenti di dolore sono i segni di grandi ferite, che si riaprono soprattutto in questi giorni. Quando si vede a tavola un posto vuoto, riemerge il mistero del Crocefisso con le sue piaghe”.
Ritornare indietro nel tempo che irrimediabilmente non è più , è possibile solo con la memoria : di questa funzione non possiamo essere stati dotati per caso .
Ricordare ci permette periodicamente di regredire ( regredior ,torno indietro) e questa possibilità si mostra - oltreché esecrabilmente considerata dalla logica produttiva capitalistica una perdita di tempo di chi s 'attarda nel dolore per un mancato ritorno (l algos del nostos nel greco di Omero nell'Odissea, la nostalgia in italiano) - augurabile se conduce ad un nuovo inizio.
È questo l'universale messaggio cristiano del Natale : come il perdono e la misericordia - (etimologicamente il cuore per i miseri di pane , casa , patria e salute, ma anche per la nostra e l'altrui miseria del cuore sclerotizzato dalle paure dell'ego )ricordatoci da Papa Francesco , puó sempre darsi un nuovo inizio .
Un grande psicoanalista ebreo Ungherese allievo di Sachs e Sandor Ferenczi , M . Balint concentrò la sua attenzione sulle funzioni positive della regressione, che aiuta il singolo individuo permettendogli di accedere ad un nuovo ciclo. Questa nozione di nuovo ciclo (o nuovo inizio), uno dei concetti più frequentemente citati negli ultimi decenni, nacque da una seduta in cui una paziente donna di Balint che spesso accennava al fatto di non aver mai osato fare una semplice capriola, improvvisamente ne fece una durante una seduta, e così Balint comprese che attraverso una regressione, ella era tornata ad un punto nel quale un nuovo inizio ed un ulteriore sviluppo erano possibili.
Utilizzando sia la sua teoria del “nuovo ciclo” (o “nuovo inizio”), sia la dinamica del controtransfert concepita in base al lavoro di Ferenczi, in un primo tempo Balint iniziò comparativamente a sviluppare una linea di terapia psicoanalitica che sottolineava l’importanza dell’esperienza dei ricordi traumatici evocati nella situazione terapeutica. Se si torna per un tempo definito e ritualizzato in presenza di una persona presente e disposta all’esserci nell’ascolto , è possibile fare un nuovo e più propizio inizio .
Penso che il sacramento della riconciliazione nella confessione abbia psicologicamente anche queste basi , senza nulla togliere al suo immutato significato teologico.
Secondo Balint, il concetto di regressione può essere inteso in due sensi: uno, di tipo benigno, conduce allo stato di “nuovo inizio” e di guarigione; l’altro, di tipo maligno, perpetua sia infinite ripetizioni improduttive, sia una dipendenza tossicomanica dal terapeuta. Le due nozioni di base sulle quali si fondano la regressione benigna e il nuovo inizio, sono per M. Balint l’amore primario e il difetto fondamentale.
Il primo consiste in una fondamentale esperienza di legame materno: lo stato di libertà da problemi, di amore perfetto, nel quale l’armonia protettiva, amorevole, nutriente della quasi totalità dell’universo circonda il bambino come un grembo e provvede al suo benessere senza che ci sia necessità di alcuno sforzo da parte sua.
Il difetto fondamentale porta questo stato alla sua conclusione: si tratta del processo precoce nel quale si verifica uno iato importante tra i bisogni biopsicologici individuali da un lato, e la cura psicofisica, l’attenzione e la partecipazione emotiva diretta verso di lui o verso di lei, dall’altro lato.
Come risultato del difetto fondamentale (Basic Fault, 1968) l’amore tenta di connettersi con gli oggetti nell’ambiente secondo due modalità: sia abbarbicandosi ansiosamente ad essi, oppure, per contrasto, essendo respinta da essi e trascinata negli spazi intermedi. Balint chiamò “ocnofilia” la prima modalità, e “filobatismo” la seconda.
La Creatura umana conosce nella vita gravidica lo stato mistico terreno attraverso cui potrà presentire e desiderare la vita e la presenza di Dio , pur se absconditus, ( Isaia45,15 , Barth)attraverso lo stato di libertà da problemi, di amore perfetto, nel quale l’armonia protettiva, amorevole, nutriente della quasi totalità dell’universo circonda il bambino come un grembo e provvede al suo benessere senza che ci sia necessità di alcuno sforzo da parte sua.
Analogamente questi due stati interiori , in quanto correlati a esperienze d’amore possono essere pensati anche come peculiari esiti eventuali dell’esperienza di fede : l’ocnofilia d’una fede come esperienza di dipendenza in cui proiettiamo aspettative e bisogni ,( Dio è visto solo in quanto soddisfa i nostri bisogni ) la seconda il filobatismo come esito controdipendente d’ un rifiuto della fede assomigliante alla passione funambolica di fascinazione del rischio. L’ateismo come funambolismo sull’abisso.
È per dirla con M. Balint , è il difetto fondamentale ció che mi permette di distinguere Dio dai miei bisogni , portando questo stato d’ingenua credenza alla sua conclusione: si deve verificare uno iato importante tra i bisogni individuali da un lato, e la loro soddisfazione magica che non comporta nessuna assunzione di responsabilità .
Penso che il percorso di crescita personale che passa attraverso l’affrontare la separazione interiore da questa posizione infantile-dipendente possa condurre ad una crescita dell’amore di fede .
Che succede infatti all’amor di fede quando ci accorgiamo che Dio non è più la proiezione di nostri bisogni ? Ci rifiutiamo di accettare questa delusione permanendo in un amor di fede infantile o riteniamo ateisticamente di poter farne a meno sviluppando un funambolismo razionale orgoglioso della propria Autarchica e totale indipendenza ?
In che senso l’accettazione di una regressio ad una totale fiducia in Dio puó condurre ad una nuova nascita e dunque ad un nuovo inizio ?
Fede ha stessa radice di fiducia .
Mi fido dell’amor di Dio anche se non corrisponde più ai miei bisogni Proiettati di dipendenza ?
Che differenza c’è tra credere di raggiungere Dio o permettere a Dio di raggiungerci nel profondo del cuore ?
Per l’uomo Dio non è raggiungibile razionalmente , non è l’ego la via perchè esso è il Modello attraverso cui raggiungiamo la differenziazione dal mondo.
Ritornare indietro nel tempo che irrimediabilmente non è più , è possibile solo con la memoria : di questa funzione non possiamo essere stati dotati per caso .
Per Permettere a Dio di raggiungerci è necessario cambiare di nuovo rotta , è necessario un nuovo inizio , quello della fiducia in qualcosa di piu grande di noi , che le cose cambino nella resa .
Questo è un passo molto difficile : lasciarsi andare , avere fiducia nell’intangibile che possiamo toccare solo leggendo i suoi segni non logici e prevedibili nel Mondo e nella nostra vita.
Come si recita in Surrender Blues (10) :
Oh No
Surrender
Ancora un gioco !
Ancora un gioco
senza abbandono.
Surrender
lo sai :
Solo tu rendi i nostri spiriti fluidi
Solo tu dissolvi questa insipida
concretezza
Solo tu riapri le porte dell’innocenza
Solo Tu fai suonare
al nostro cuore
il suo ritmo da Grande Tamburo
scrosciante come un uragano luccicante
caldo
come una pioggia tropicale dai cieli neri
che accarezza
sferzando
Palme e Banani .
Oh no,
Surrender
di nuovo prigionieri
di quel Diavolo del cervello !
L’emergere interiore della parola poetica è uno di questi momenti : ci si puó lasciare guidare da una voce, seguendola come parola che guida i miei Passi , come luce sul Mio cammino ,come dice il salmo 118 : mi fido di Te , Parola , ti ascolto , dialogo con Te anche se non sei un ragionamento ma non per questo sei da negare. Insieme alla Parola sogno .
«Il senso ultimo e profondo dell'Avvento sta proprio qui, Dio ti dà quello che non hai: il coraggio di sognare» diceva Don Tonino Bello.
Sognare che un nuovo inizio è sempre possibile.
Bibliografia
1. Vangelo di Luca.
2. “Analisi del carattere e «nuovo ciclo»”, in: Balint, M. (1952),
L’amore primario. Guaraldi, Firenze (1973)
3. Balint, M. (1957) Balint, M., Medico, Paziente e Malattia, Feltrinelli, 1961.
4. Balint, M., Balint E. (1968), La Regressione, Cortina Editore, 1983.
5. Papa Francesco : Giubileo della Misericordia
6. Omero , Odissea
7. Carlo Maria Martini, dal Corriere della sera, 23/12/2010
8. Salmo 118
9. Don Tonino Bello
10. G. Campione , Il lungo cammino del fulmine: sul vagabondaggio del cuore
dalla casa al mondo . Edizioni ILMIOLIBRO,2015